Cosa è importante per il paziente territoriale?

Alfonso Di Stasio, direttore responsabile di FarmaciaVirtuale.it, condivide una sua riflessione sull’approccio gestionale della farmacia.

AlfonsoDiStasio fotopr  Quello che trovi qui sotto è un contenuto scritto da Alfonso Di Stasio, direttore responsabile di FarmaciaVirtuale.it e divulgatore partner di PharmUp, nonchè autore su Blog.FarmaciaVirtuale.it.

Un giusto approccio gestionale della farmacia dovrebbe mettere al centro le esigenze del paziente e non quelle del farmacista.

Entro ed esco da numerose farmacie e ciò che noto è che molti piccoli miglioramenti e innovazioni che vengono applicati non tengono conto delle esigenze del paziente. Ultima, in ordine cronologico, una vetrina la cui grafia era poco o per niente leggibile di sera. Ma anche l’uso di una musica di sottofondo che forse sì, avrà motivato il team di lavoro, ma che probabilmente poteva essere assordante per i clienti presenti in farmacia.

QUALE PARADIGMA USARE?

La mia riflessione è orientata a capire quale paradigma usare: declinare la farmacia sulla base delle esigenze di colui che la gestisce o sui bisogni del paziente?

Tra le due, credo sia utile scegliere il secondo percorso: ascoltare il paziente/cliente nelle sue necessità e rispondere con le opportune soluzioni.
Altro esempio, la stampa del Green Pass: è utile o non è utile al paziente? Molti titolari si sono rifiutati di farla. Ciò sebbene le software house si siano adoperate per sviluppare una funzione apposita che consente di stampare – o inviare per email – il green pass in pochi passi.

BISOGNI DEL PAZIENTE O ASPIRAZIONI PERSONALI?

Trasponendo questa riflessione ai settori merceologici e al posizionamento sul territorio, è meglio considerare ciò di cui necessita il paziente/cliente o dar seguito a delle aspirazioni personali?

La farmacia è spesso declinata sulla base di ciò che piace al titolare/direttore: la farmacia galenica, la farmacia fitoterapica, la farmacia amica dell’omeopatia. Ben vengano tutte queste possibilità, ma la domanda è: tengono conto delle reali esigenze del bacino di utenza di riferimento? O sono implementate solo sulla base delle aspirazioni di colui che dirige quell’attività?

Delle modalità di analisi dei bisogni dei pazienti ne ho parlato in questo mio post pubblicato lo scorso novembre.

Le cose da fare sono tante, a volte troppe: ma si è certi che tutto ciò che si fa risponda alle esigenze del territorio?

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