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Caro-energia: gli aumenti corrono lungo la filiera

L’aumento dei costi per energia e carburanti è particolarmente sentito da grossisti e distributori intermedi del farmaco, che riescono ad assorbirli solo in parte e sono costretti a spalmarli anche sulle farmacie. Chi aderisce a un network trae vantaggio dalle economie di scala. Approfondiamo le dinamiche del settore insieme ad Antonello Mirone, presidente di Federfarma Servizi, e a Walter Farris, presidente Adf. di Carlo Buonamico

Complice l’instabilità della situazione geopolitica e la non indipendenza del nostro Paese in termini di approvvigionamento, da oltre un anno i prezzi del gas e dell’energia elettrica sono schizzati alle stelle. Le ricadute sono ben ravvisabili nelle bollette a molti zeri che continuano a ricevere le imprese di tutti i settori, comprese quelle della filiera del farmaco.
Particolarmente impattati da questi rincari sono i grossisti e la distribuzione intermedia, a causa delle energivore celle a temperatura controllata utilizzate per la conservazione dei medicinali e del carburante per il trasporto di farmaci e prodotti sanitari alle farmacie di comunità.

AUMENTO DEI COSTI: COSA SUCCEDE NELLA DISTRIBUZIONE INTERMEDIA?

«Il tema dei rincari è oggettivamente legato alla situazione globale relativa al caro-carburante e al caro-energia, due elementi che hanno determinato l’impennata dei costi per il servizio quotidiano della distribuzione di farmaci e prodotti a favore delle farmacie», commenta il presidente di Federfarma Servizi Antonello Mirone. Che ricorda come contestualmente al caro-energia ci sia stata anche la crescita esponenziale dei costi riservati dal settore bancario alle aziende, tra cui anche quelle della distribuzione intermedia, che ricorrono al credito finanziario.

Sono i numeri, più delle parole, che permettono di capire la portata di questi rincari. Illustra Walter Farris, presidente Adf: «Da un’indagine realizzata presso i nostri associati, a chiusura 2022 i principali rincari relativi alla nostra attività erano in media i seguenti: +130% sull’energia elettrica, +80% sulla benzina e sul gasolio e +36% sul Gpl». Gli fa eco Mirone: «Nel periodo più critico siamo arrivati a bollette con incrementi anche del 300%. Il carburante per tre-quattro mesi è andato oltre i 2 euro al litro per quanto riguarda il suo utilizzo nei mezzi di trasporto».

RINCARI CONDIVISI? IN MINIMA PARTE, PER I DISTRIBUTORI

La conseguenza è stata la necessità di trovare il modo di far resistere il sistema economico-commerciale che lega a doppio filo distributori e farmacie. Indica Mirone: «I distributori hanno condiviso questo aumento dei costi con le farmacie, con l’obiettivo di attutirne l’impatto. Quasi tutti i distributori hanno deciso di applicare una quota fissa a consegna che varia dai 56 centesimi ai 5 euro a seconda del tipo di rapporto tra farmacia e distributore. Naturalmente, a maggiori volumi di acquisto sono state corrisposte migliori condizioni». E come spesso avviene quando ci si trova a dover contrastare fenomeni macroscopici, anche in questo caso le farmacie aderenti ai diversi network oggi esistenti in Italia hanno avuto un vantaggio rispetto a quelle completamente indipendenti, perché l’acquisto come gruppo riesce a muovere volumi maggiori e quindi ha maggiore potere contrattuale.
Conferma il fattore “quota fissa” anche Farris, sebbene in misura più moderata: «Qualche distributore ha pensato di mettere una fee premiante o penalizzante in base al fatturato o al numero di pezzi ordinati dalla farmacia. In generale l’aumento dei costi è stato pressoché totalmente assorbito dai nostri associati».

UNA CRITICITÀ PREVISTA

Fee o non fee, comunque entrambe le sigle della distribuzione evidenziano come la criticità dei rincari di energia e carburanti fosse stata presentata ed evidenziata alle istituzioni governative molto prima che diventasse un problema del calibro descritto. Già a fine febbraio 2022 Adf inviò una segnalazione alle autorità, mentre Federfarma Servizi chiedeva al Governo la riduzione delle accise sul carburante, analogamente a quanto concesso per altri settori, purtroppo senza ricevere risposte adeguate da parte dei dei decisori politici.

PREVISIONI DIFFICILI, CON UN MESSAGGIO OTTIMISTA

Si è così giunti alla situazione odierna rispetto alla quale è difficile avventurarsi in previsioni che, stante la situazione internazionale, potrebbero essere fatte solo con la palla di vetro. Dice Farris: «Difficile dire quanto potranno durare i rincari. Bisognerebbe sapere quanto durerà ancora la guerra in Ucraina». Di analogo parere Mirone: «Spero si possa interloquire con il Governo per intavolare un discorso di ampio respiro e di filiera da cui potrebbe scaturire un ragionamento generale di ripartizione dei maggiori costi che ognuno di noi ha subito. Da parte del nostro settore c’è tutta la volontà a non sovraccaricare la farmacia, giacché viviamo del suo lavoro. Ci rendiamo conto che la farmacia deve essere sana, ma non a discapito della distribuzione intermedia che è altrettanto importante». Il presidente di Federfarma Servizi chiude con un messaggio di speranza a breve termine: «Laddove sia possibile, ci auguriamo di tornare a condizioni di normalità prima dell’estate».