
Inventario: fondamentale per il bilancio della farmacia
Al solo proferire la parola “magazzino”, spesso e volentieri si genera, nel farmacista medio, una reazione mista di curiosità e terrore. Costituisce invece un esercizio interessante – oltre che necessario – eseguire delle riflessioni su questa voce, facendo luce sui riflessi che una corretta (o scorretta) gestione del magazzino ha sul bilancio di esercizio. Ecco i suggerimenti di Arturo Saggese, commercialista e revisore contabile.
Partiamo con una premessa necessaria: in sede di analisi di un bilancio una tra le prime voci che richiama l’attenzione del lettore esperto – e non solo nelle farmacie – è rappresentata dall’incidenza degli acquisti di merce sul monte ricavi legati alla gestione caratteristica, al fine di determinare il margine che matura la farmacia sulla vendita di merci (da non confondere con il margine globale, che comprende anche quello relativo ai servizi). Nell’analizzare gli acquisti va necessariamente considerata anche la variazione del magazzino merci da inizio a fine periodo, valutata al costo, perché entra nella determinazione del “Costo del venduto” (o CV). Se positiva (ossia il valore del magazzino finale è superiore a quello iniziale), la variazione diminuirà il totale degli acquisti di merce che entrerà nel CV eseguito nel periodo; se negativa (valore del magazzino finale inferiore all’iniziale) lo aumenterà. Pertanto il Costo del venduto è calcolato tenendo conto degli acquisti di periodo ma anche della variazione del magazzino, quindi avere un perfetto controllo di quest’ultimo valore è determinante per monitorare correttamente il margine della farmacia.
COME GESTIRE GLI ACQUISTI: LEGGENDE DA SFATARE
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