
Prosegue il percorso formativo dedicato alla gestione degli investimenti nella tua farmacia.

In questa puntata ci soffermiamo sul tema del bilancio, mentre al termine dell’approfondimento puoi trovare del materiale di supporto.

Prima di decidere se investire il proprio capitale e quindi anche prima di determinare la quantità di denaro da impiegare, ogni imprenditore si interroga sulle prospettive di remunerazione.
Questa domanda ricorre sia nel caso in cui si stia valutando una nuova opportunità d’investimento, sia nel caso in cui si stia ragionando su un possibile investimento aggiuntivo.
Qualunque sia la forma giuridica scelta, i proprietari o i soci si assumono il rischio d’impresa, ovvero quello di veder svanire, in tutto o in parte, il valore del proprio investimento qualora si verificassero perdite sistematiche o, nella peggiore delle ipotesi, il fallimento dell’azienda.
A fronte dell’assunzione di tale rischio, è legittimo che siano informati sull’opportunità di remunerazione che l’investimento offre.
DA DOVE PARTIRE
Per un’impresa già in funzionamento, la suddetta informazione può essere ricavata dai bilanci annuali.

La redditività del capitale proprio, ovvero con termine inglese Return On Equity (in sigla, ROE), è data dal rapporto fra il reddito netto, cioè il risultato del conto economico, e il patrimonio netto, iscritto nello stato patrimoniale.
Prendiamo il bilancio della Farmacia Alfa, il cui utile al 31/12/2020 risulta di 300.000 € con un patrimonio netto di 2.000.000 €. Il rapporto tra 300.000 e 2.000.000 restituisce un ROE pari al 15%: questo significa che ogni 100 € di capitale investito, nell’anno 2020 i soci hanno ottenuto una remunerazione di circa 15 €.
Occorre però prestare attenzione: questo risultato non significa che durante o al termine del 2020, per 100 € di capitale investito, ciascun socio incassa 15 €. Gli utili netti conseguiti nel 2020 potrebbero anche essere reinvestiti in azienda: in tal caso, i soci non incassano nulla, ma vedono aumentare il valore del proprio investimento (con molte semplificazioni, ai 100 € inizialmente investiti si aggiungono i 15 € di utili maturati e non riscossi).

Nelle imprese individuali e nelle società di persone, la scelta di pagare gli utili (che, in tal caso, prendono il nome di dividendi) o di reinvestirli in azienda, anche solo parzialmente, spetta all’imprenditore e a ciascun socio; nelle società di capitali, invece, la decisione viene presa a maggioranza dall’assemblea dei soci.
Di conseguenza, se un aspirante socio è interessato alla riscossione di un dividendo annuale, prima di effettuare l’investimento è opportuno che venga esaminata con attenzione la prassi aziendale sulla destinazione degli utili. è consigliabile che valuti la capienza delle disponibilità liquide (denaro in cassa e saldo dei conti correnti bancari e postali).
Per pagare i dividendi, infatti, serve denaro; se l’azienda ha problemi di liquidità è molto probabile (e consigliato) che il pagamento dei dividendi sia rimandato.
IN SINTESI

Dal punto di vista dell’imprenditore o dei soci, la redditività dipende dal rapporto fra gli utili che un’impresa è in grado di generare rispetto ai capitali che assorbe. Tanto maggiori sono gli utili a parità di capitale proprio o tanto minore è il capitale proprio a parità di utili, tanto maggiore è l’attrattività dell’investimento.
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